venerdì 1 maggio 2020

La tomba degli Auguri


Siamo nel lontano 1878 quando a Tarquinia avviene la scoperta di una piccola camera rettangolare con tetto a doppio spiovente, riccamente affrescata, che sarà poi ribattezzata "degli Auguri". 
Risalente intorno al 530 a.C. vede dipinte affollate scene di commiato, giochi e danze funebri: quelli che sono stati interpretati come sacerdoti -da qui il nome - potrebbero in realtà essere personaggi in gesto di lutto davanti alla porta della tomba, con le braccia atteggiate in gesto di cordoglio. 


Tale porta, rappresentata sulla parete di fondo, solo il defunto l'ha potuta varcare e nessun vivo potrà aprirla mai. Da notare che questa falsa porta poggia su un livello del suolo inferiore ai piedi dei personaggi ad indicare che si trova sotto terra.

Un tipico funerale etrusco 

Nella tomba vi si trovano rappresentati anche lottatori che si affrontano: un bacino metallico è in premio per il vincitore di quella che è una lotta funebre, che si svolgeva tipicamente in un funerale etrusco, insieme ad altri giochi in onore del defunto. Giochi come quello del fersu, che troviamo qui rappresentato.



Si tratta di un personaggio rappresentato spesso nelle tombe etrusche, lo vediamo nella sua uniforme da spettacolo: mascherato, con una barba innaturalmente aguzza e un berretto di pelle con paraorecchie triangolari tirati su e legati e un abito maculato. Il nome è stato messo in relazione col termine latino "persona", ossia maschera.

fersu => fersuna (= pertinente al fersu) => persona. 

Questo personaggio tiene al guinzaglio un grosso cane, aizzato contro un avversario con un sacco in testa e armato di bastone, rimando ad Eracle con la clava contro Cerbero nel mondo dei morti.