venerdì 14 settembre 2018

A questi Monti, e Cappelle divote...

Sono viaggi nel tempo, sacre rappresentazioni scolpite e dipinte, baluardi di fede.

«A questi Monti, e Cappelle divote,
Ch'in brieve tempo il tutto si circonda,
Dalle Terre vicine, e da rimote
un diluvio di gente ogn'hor inonda,
Sol per mirar, e contemplar le note;
Ove di Christo illustre gratia abbonda.
E qual formiche con industria, e arte
Del frutto ogn'un à casa porta parte
Iddio dall'alto Cielo i Monti mira,
E quie frà gli altri, dove egli honorato:
Quivi più dolce, e viva l'aura spira,
Ove nei Tempij il suo culto è mostrato.
Ivi sua gratia più abbondante inspira,
Ove in sacre pitture è più lodato.
O Sacri Monti di Varese, e Arona
d'Horta, e Varallo in voi qual ben si dona»

Così ne scrive Bartolomeo Manino, curato di Pisogno, località non lontana dal Lago d'Orta, in uno libro uscito nel 1628.

Sono i Sacri Monti, fenomeno che si sviluppa tra la fine del XV e la fine del XVII secolo. E' a Bernardino Caimi che si deve l'idea di portare Gerusalemme in Italia, in particolare a Varallo. Non a caso, il Caimi era un francescano: i frati Francescani sono infatti tradizionalmente i custodi di Terrasanta.
Non tutti avevano la possibilità recarvisi pellegrini personalmente e inoltre, quando nel 1453 i Turchi Ottomani, guidati dal sultano Maometto II, conquistano Costantinopoli, capitale dell'Impero Romano d'Oriente, i pellegrinaggi verso i luoghi della vita e della Passione di Gesù diventano impraticabili. Rientrato dalla Terrasanta, il Caimi sente dunque l'esigenza di creare un luogo di pellegrinaggio alternativo, una Gerusalemme alternativa, una Terrasanta in miniatura.
Fonte:Wikipedia, alla voce "Sacro Monte di Varallo"

Il Sacro Monte di Varallo sarà poi modello per la realizzazione architettonica ed urbanistica di altri sacri monti, come quello di Oropa, dedicato alla Madonna, quello sui Misteri del Rosario a Varese, quello con la storia di San Francesco ad Orta, quello ad Arona su San Carlo Borromeo.


S. Girolamo in una lettera a Desiderio scriveva:"Adorasse ubi steterunt pedes domini pars fidei est; et quasi recentia nativitatis et crucis ac passionis vidisse vestigia". Secondo Pier Giorgio Longo queste parole di San Gerolamo, a cui il Caimi era assai devoto, indicano il significato più profondo della fondazione del Sacro Monte:"atto di fede, realizzato attraverso l'attuazione varallese dei Luoghi Santi di Palestina, che confermano e provano, così tangibilmente la stessa fede cristiana"1

Fonte:Wikipedia, alla voce "Sacro Monte di Varallo"


Fonte:Wikipedia, alla voce "Sacro Monte di Varallo"



Il Sacro Monte di Varallo vede dispiegarsi nelle sue cappelle, in scultura e pittura, la storia della salvezza: nella prima cappella vi è la rappresentazione del peccato originale, antefatto e motivo del sacrificio di Cristo: al centro della cappella Adamo, Eva, l'albero, il serpente, la mela.






Nella seconda troviamo rappresentata l'Annunciazione, fino ad arrivare attraverso gli episodi più significativi della vita di Cristo, alla sua Passione e alla sua resurrezione, illustrata non più dai soliti apparati scultorei e pittorici, ma da una fontana, che non è semplice elemento ornamentale o funzionale -in questi luoghi niente è lasciato al caso e l'intero percorso, fin nei suoi dettagli, è portatore di significati teologici – al di sopra della vasca, sui cui si innalza la statua del Cristo, infatti, si aprono cinque getti d'acqua che ricordano al pellegrino come le cinque piaghe di Cristo siano fonte di abbondanza e Grazia, come l'acqua sgorgata dal suo costato, colpito dalla lancia.


Fontana della resurrezione su una guida del 1657

L'esegesi biblica identifica quest'acqua anche con la fonte d'acqua viva, simbolo della
salvezza, che sgorga nella Gerusalemme Celeste, descritta nell'Apocalisse di San Giovanni.
Nei giardini monastici al centro del chiostro vi era sempre un pozzo o una fontana, da cui si dipartivano quattro viali, a rappresentare i quattro fumi dell'Eden, al cui centro vi era l'albero della vita, ossia la croce di Cristo, il cui sangue va ad irrorare la terra.
Presso il Sacro Monte di Varese, dedicato ai 15 Misteri del Rosario, una fontana si trova accanto ad ogni arco d'ingresso al gruppo di Misteri. Dopo la quattordicesima e ultima cappella, si trova la cosiddetta "fontana del Mosé", il quale è nell'atto di far scaturire l'acqua dalla rupe del monte Oreb.

I sacri monti sono infatti un esempio di didattica religiosa, chiara è l'intenzione pedagogica: il pellegrino, visitando le cappelle e meditando su ciò che vede scolpito di fronte ai suoi occhi, si immedesima maggiormente. Il potere delle immagini suscita infatti in lui commozione e grande partecipazione emotiva.

La scelta dello stesso monte non ha semplice finalità panoramico-paesaggistica, ma richiama un cammino penitenziale, di ascesi (e neanche è un caso che i Sacri Monti si concentrino sulla catena alpina, soprattutto nella parte nord-ovest, zona della diocesi di Milano, una delle più sensibili al Protestantesimo).
Il pellegrinaggio è infatti percorso devozionale e penitenziale che, attraverso le varie tappe, la salita, la fatica, trova il suo culmine nel Santuario.

Una guida del 1657



In questi luoghi di devozione neppure i più semplici elementi decorativi sono lasciati al caso o al loro significato meramente estetico: ogni dettaglio ha un significato, come un delfino che era simbolo di vita (nel mondo antico si narra spesso di persone salvate da delfini), o una conchiglia, che non è semplice elemento ornamentale, ma un riferimento al pellegrinaggio di Santiago. Tutto nei Sacri Monti è invito a meditare su un argomento di fede. 

Lo è il monte stesso. 
Sono catechismi scolpiti e memorie di luoghi santi e vite di santi. 









1.G. Longo, Alle origini del Sacro Monte di Varallo: la proposta religiosa di Bernardino Caimi, , in "Novarien" n. 14/1984, pp. 53-59.










Bibliografia

Dialogo sopra i misteri del sacro monte di Varallo, Pier Pietro Ravelli, 1627
Sacri Monti e dintorni -studi sulla cultura religiosa e artistica della Controriforma -di Luigi Zanzi, Jaca Book, 2005
G. Longo, Alle origini del Sacro Monte di Varallo: la proposta religiosa di Bernardino Caimi, , in "Novarien" n. 14/1984,
Maria Luisa Gatti Perer in Arte, Religione, Comunità nell'Italia Rinascimentale e Barocca -Atti del Convegno di Studi sul Santuario della Beata Vergine dei Miracoli di Saronno, a cura di Lucia Saccardo e Danilo Zardin, Vita e Pensiero, 2000
Da pellegrini sui Sacri Monti -Guida pratica e spirituale, Francesca Cosi, Alessandra Repossi, Ancora, 2010.



Nessun commento:

Posta un commento