sabato 26 febbraio 2022

Reliquie

 





Cos'è una reliquia? In latino classico la parola reliquiae si riferisce specificatamente ai resti fisici o alle ceneri di un defunto, ma anche a qualsiasi oggetto fosse stato in contatto con esso.






I resti dei santi 


Le origini del culto delle reliquie dei santi va ricercato molto più indietro del Nuovo Testamento: le radici storico-religiose del culto cristiano dei martiri risiedono nella venerazione giudaica delle tombe dei patriarchi, dei profeti, dei giusti.
La questione della derivazione del culto delle reliquie da quello del culto degli eroi merita un approfondimento a parte, ma quel che subito si può dire è che vi sono certamente analogie, ma la reliquia nel mondo cristiano assume valenze nuove, legate alla dottrina della resurrezione della carne, all'incarnazione del Cristo e la sua resurrezione, all'intimità del santo con Dio.




Peter Brown spiega di come il cielo e la terra si unissero nelle tombe dei morti, unendo mondi che in precedenza erano tenuti rigorosamente separati.
I corpi dei santi non erano corpi morti e non emanavano potere da se stessi, ma in virtù di un'unione totale che essi avevano con Dio.
Giovanni Damasceno ( "Damasco, dopo il 650 – Mar Saba, 4 dicembre 749), spiega che i corpi morti possono effettuare miracoli perché, come santi, Dio abita in loro.
Giovanni Crisostomo scrive delle reliquie dei santi:"Non solo le ossa, ma anche le loro tombe e le loro bare tracimano di benedizioni".
San Girolamo affermava "Noi non adoriamo le reliquie dei martiri, come adoriamo il sole, la luna, e nemmeno gli angeli[...]li adoriamo bensì per onorare Colui di cui sono testimoni"

La credenza nel potere degli oggetti appartenuti ad un santo la si trova non solo negli Atti degli Apostoli (19,11-12) - dove fazzoletti e grembiuli appartenuti a San Paolo scacciavano malanni e demoni- ma nei Vangeli stessi. In Mc 5, 25-29 si legge:

25 Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia 26 e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando, 27 udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Diceva infatti: 28 «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita». 29 E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male.

Persino dall'ombra di Pietro si chiedevano miracoli, come si legge in Atti 5, 12-16:

"Molti miracoli e prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli apostoli. Tutti erano soliti stare insieme nel portico di Salomone; 13.degli altri, nessuno osava associarsi a loro, ma il popolo li esaltava. 14.Intanto andava aumentando il numero degli uomini e delle donne che credevano nel Signore 15.fino al punto che portavano gli ammalati nelle piazze, ponendoli su lettucci e giacigli, perché, quando Pietro passava, anche solo la sua ombra coprisse qualcuno di loro."





">I martiri sepolti nelle catacombe erano oggetto di visita ed è a partire soprattutto dalla metà del IV secolo che di questi sepolcri vi è una trasformazione in senso monumentale. Solo il sepolcro di San Lorenzo, uno dei santi più venerati della città, già sotto il regno di Costantino lo vediamo interessato da una serie di interventi strutturali importanti, mirati non solo ad abbellirne l'aspetto, ma anche a facilitarne la frequentazione da parte dei devoti. 



E' infatti il pontificato di Papa Damaso (seconda metà del IV secolo) che si caratterizza per gli interventi monumentali sulle tombe dei martiri. Egli arrivò anche a comporre oltre 60 iscrizioni metriche per i martiri della città, le quali fece apporre sulle loro tombe, incise in grandi lastre di marmo. Tale promozione del culto portò ad un incremento dei pellegrinaggi presso le tombe dei martiri e dei santi.Vediamo in questo periodo un allargamento degli ambienti che ospitavano le tombe venerate, per  favorire la frequentazione e la creazione di percorsi di visita che portavano i fedeli direttamente presso le tombe. Vediamo anche crescere in questo periodo il fenomeno delle sepolture ad sanctos: si credeva infatti che la vicinanza al sepolcro di un martire comportasse un qualche beneficio ai fini della ricompensa eterna, grazie all'intercessione del santo, arrivando a rinunciare ad un sepolcro individuale, condannando all'anonimato la propria sepoltura, pur di beneficiare della vicinanza di una tomba venerata. 
S. Agostino spiega infatti che le preghiere che rivolgevano ai martiri presso le loro tombe erano di grandissimo giovamento anche ai defunti sepolti nei pressi. 



Noi visitiamo i nostri morti, conserviamo dei loro ricordi, che hanno per noi un significato. I corpi  e gli oggetti appartenuti o legati ai martiri appartengono a tutti, sono per tutti e le guarigioni e i miracoli compiuti attraverso di essi sono anche segno che loro, graditi a Dio, intercedono per i vivi. Scrive infatti Sant'Agostino nel De civitate Dei che producendo miracoli la reliquia di un martire mostrava che Dio ne aveva riconosciuto la fede. 
Il miracolo non è il fine, ma il segno. 









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